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Fenomeno (non troppo moderno) delle Osmize: Osmiza Glavina

E tu lo sai cos’è un’Osmiza?



Abbiamo avuto il piacere di essere invitati a cena in un Osmiza, personalmente non sapevo proprio di cosa si trattasse.


La storia delle Osmiza nasce a Trieste nel periodo di Maria Teresa d’Austria.

La parola Osmiza in sloveno significa otto e indica i giorni che l’imperatrice aveva concesso ai contadini per aprire le loro case ai viandanti e vendere loro vino locale. I giorni dovevano coincidere, ovviamente, con la vendemmia stagionale.


Nel tempo, oggi ci si mantiene fedele allo spirito originario, infatti le osmize sono luoghi semplici, che aprono circa tre volte all’anno, per un numero variabile di giorni. Ovviamente oggi il periodo di otto giorni si è allungato, molto dipende da quanta uva il contadino ha per poter produrre.


Si differenziano da ristoranti e agriturismi perché non hanno nulla di cucinato e non hanno l’obbligo di fatturazione, ma hanno una postilla nel “regolamento” di vendita, gran parte di quanto servito dev’essere di produzione propria.


Infatti, molti hanno anche i maiali, le galline, e producono sia salumi che uova.

Spesso vengono chiamate anche frasche perché, soprattutto in passato (in alcune ancora oggi), c’era una frasca, cioè un ramoscello di foglie a indicarne la presenza.



Esiste anche la tendenza a fare la caccia alla frasca, per vedere dove trovare un osmiza aperta. Ovviamente oggi, grazie alla tecnologia, si è persa un po’ perché su internet è tutto reperibile e disponibile subito.


Non a caso, il detto che il buon vino non ha bisogno di frasche, cioè che quando la roba è buona non serve pubblicità, deriva proprio dall'uso di appendere una frasca come insegna delle osmize.



Ma cosa si mangia? Solo prodotti freddi già pronti, che non richiedono la presenza di una cucina. Noi abbiamo assaggiato il loro prosciutto crudo, cotto, pancetta cruda, lardo, vengono poi serviti formaggi, e a volte anche sottoli, pane e ovviamente sempre vino di casa in abbondanza, che sia bianco o rosso.



Raramente c’è anche un po’ d’acqua, ma vi consiglio di non chiederla, il vino locale vi soddisferà di più credetemi!


Una cosa che non manca è la musica, pensate che a volte arrivano gruppi di ragazzi con la chitarra e ci si mette tutti a cantare insieme a suon di musica dal vivo, si beve il vino locale e ci si diverte tutti insieme.



Noi abbiamo avuto il piacere di essere ospiti nella Osmiza Glavina, i proprietari ci hanno coccolato e servito il loro vino bianco della casa, che era delizioso. Ci siamo trovati in un’atmosfera intima, eravamo noi e un altro tavolo, ci sentivamo proprio come nella casa del contadino, e per qualche ora ci siamo sentiti dei viandanti veri, e non solo dei Weekendanti! 😉




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