L'ultimo Giorno di Roma - Alberto Angela
⭐⭐⭐⭐ Classificazione: 4 su 5. L’ultimo giorno di Roma. Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio Autore: Alberto Angela Editore: HarperCollins Italia Genere: Storia Anno edizione: 2021 Pagine: 352 Note: Primo volume della Trilogia di Nerone. Consigliato a chi apprezza la storia, a chi vuole imparare divertendosi, seguendo le avventure di personaggi ipotetici che hanno camminato le strade di Roma nei giorni che hanno preceduto l'incendio più grande di Roma.
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Siamo a venerdì, 17 luglio del 64 d.C Roma sta per crollare tra le fiamme dell'incendio più importante e famoso della storia.
Sabato 18 luglio la città di Roma, tutti sanno che fu colpita da un violento incendio tutto ebbe inizio al Circo Massimo, estendendosi poi al Celio, al Palatino e a quasi tutta la città.
Si è trattato del più grande incendio della storia perché durato ben sette giorni.
I rioni tra il Circo e l' Esquilino furono totalmente distrutti, tutti gli altri gravemente danneggiati. Nerone fu avvertito mentre era ad Anzio e accorse a Roma, ma non poté salvare neppure la sua reggia, anzi, sappiamo bene che venne accusato di averlo appiccato lui l'incendio, o comunque di averlo voluto lui.
Alberto Angela ci racconta proprio questo, la sua è una vera e propria lezione di storia che ci diverte, ci appassiona e ci fa venire voglia di viaggiare a Roma e immaginare tutto ciò che sta accadendo in questo caldo venerdì estivo.
È una calda notte estiva, la città sta per svegliarsi con le sue strade brulicanti di attività e di persone, ed è del tutto ignara di quello che accadrà tra poche ore... "Roma è ancora addormentata, e ad accompagnare i nostri pensieri ci sono solo i canti di alcuni usignoli che nidificano sui tetti, il rivolo d'acqua di una fontana, l'abbaiare di un cane chissà dove e le esclamazioni lontane e indecifrabili degli ultimi carrettieri che durante la notte hanno rifornito le botteghe. È la quiete prima di una nuova giornata caotica e frastornante." Saranno Vindex e Saturninus, due vigiles di turno quel giorno, a guidarci per le strade alla scoperta della vita quotidiana di uno dei più grandi centri abitati dell'epoca. Durante la loro ronda, il possente veterano e la giovanissima recluta svolgeranno un lavoro fondamentale per l'ordine e la sicurezza della popolazione: controllare ed eliminare le innumerevoli fonti di pericolo in una città dove il fuoco si usa per tutto e la tragedia è sempre in agguato... Seguendoli nel loro lavoro quotidiano, scopriamo una Roma in gran parte fatta di legno, entriamo nelle botteghe colme di merci infiammabili che si affacciano sulle strade, sentiamo i rumori e gli odori che provengono da ogni parte e assistiamo a scene all'ordine del giorno in una Roma multiculturale che somiglia a quella di oggi molto più di quanto si pensi. Basandosi su dati archeologici e fonti antiche, e grazie al contributo di storici ed esperti di meteorologia e del fuoco, Alberto Angela ricostruisce per la prima volta un importantissimo episodio che ha cambiato per sempre la geografia di Roma e la nostra Storia: il Grande incendio del 64 d.C.
Angela prende spunto da molti autori del tempo per raccontarci cosa stava succedendo, Tacito di narra:
Sembrava che Nerone ambisse la gloria di fondare una nuova città e di darle il proprio nome, perché delle 14 regioni in cui Roma era divisa, quattro soltanto restavano integre, 4 erano abbattute al suolo e delle altre 7 restavano pochi avanzi di tetti laceri e semi consunti dal fuoco.
Tuttavia Tacito scrisse che l'imperatore si dette molto da fare per i soccorsi, ricoverando i senza tetto nel mausoleo di Agrippa e nei giardini imperiali, con capanne e baracche costruite per l'occasione, e istituendo un calmiere per il prezzo del frumento.
Quello che più mi piace dei libri di Alberto Angela è che possono darci un'idea di come Roma, o qualsiasi città lui ci narri, erano e sono cambiate nel corso della storia, con aneddoti, scede di vita, ci fa addirittura immaginare gli odori che si respiravano nella Roma del 64 d.C.
Come si presentava Roma prima del grande incendio che la distrusse nel 64 d.C.?
La risposta che viene immediatamente alla mente è: sotto il potere di Nerone. Ma chi era davvero questo ambiguo imperatore?
Lo scopriamo accompagnando due vigili del fuoco (chiamati ai tempi vigiles, questi erano nella maggior parte dei casi vecchi criminali, ladri o legionari che non erano nella forma fisica adeguata a fare i legionari) nella loro ronda diurna e notturna lungo le strade dell’Urbe.
Lo spettacolo offerto ai nostri occhi è molto lontano dall’immaginario classico: molti monumenti non sono ancora stati costruiti e i vicoli sono disordinati, stipati di gente e costeggiati da alte, pericolanti abitazioni in legno, ben diverse dalle ampie domus dei ricchi, che possiamo ancora osservare a Pompei.
“Nel buio di un tempio, nel cuore di Roma, una piccola fiamma danza come una ballerina.”
La quiete prima della tempesta. In una Roma addormentata, nessuno immagina che da lì a poco il fuoco cambierà la storia della città eterna.
Mentre i due vigili Vindex e Saturninus si fanno strada nella calca rumorosa e variopinta di un mercato, mentre entrano nelle botteghe per gli ordinari controlli, ne approfittiamo per sbirciare nella vita quotidiana di schiavi, liberti, commercianti, uomini di cultura e di potere, e così anche noi veniamo a conoscenza di tutto ciò. Lungo il percorso ci sono templi e statue ormai andati distrutti e edifici che oggi hanno assunto un volto completamente diverso rispetto alla calda notte di luglio.
L’ultimo giorno di Roma è il primo libro di una trilogia dedicata alla discussa figura di Nerone e ai controversi eventi della sua epoca, in particolare ripercorre gli attimi prima del grande incendio dopo il quale Roma non ebbe mai più lo stesso volto. questo testo ci vuole dare un'idea di com'era Roma in quel periodo, così che nel secondo volume possiamo accompagnare i due vigiles nelle strade infuocate della città.
Nel secondo libro saranno affrontate le circostanze e le conseguenze dell’incendio vero e proprio; il terzo volume sarà invece dedicato all’approfondimento della figura storica dell’imperatore Nerone.
La narrazione è strutturata in modo chiaro e lineare, molto coinvolgente e a tratti emozionante. Questo è un vero e proprio viaggio nel tempo, camminerete per le strade e tra i monumenti, incontrerete personaggi famosi, come Plinio il Vecchio che, infastidito dall’opprimente caldo, sta fuggendo da Roma, poco dopo incrocerete Tito che invece si dirige alle Terme. Farete la conoscenza anche di personaggi sconosciuti come l’impetuosa pescivendola Aurelia Nais che sopravvivrà al grande incendio. Sentiremo il forte odore di cuoio quando passeremo per i vicoli dove sono concentrate le botteghe dei calzolai o l’odore acre di uomini di fatica o il profumo dolce delle donne che fanno acquisti.
Molti pensarono fosse stato l'imperatore a ordinare l'incendio, ma non ci sono prove a riguardo. Fatto sta che per stornare i sospetti la colpa infine venne data ai cristiani, ma Angela ci da una versione dei fatti diversa dal solito, un semplice incidente, con una descrizione simpatica e coinvolgente. Pur essendo stati espulsi da Claudio, molti cristiani erano rimasti a Roma fondando una importante comunità, aderita soprattutto da schiavi e liberti. La persecuzione fu feroce e sanguinosa. Secondo la tradizione fu allora che San Paolo venne decapitato e San Pietro fu crocefisso a testa in giù. Gli imperatori romani davano molta libertà alla nuova religione di volta in volta; e alcuni di loro, mossi da una sorta di sincretismo religioso, cercarono perfino di alleare il culto del Cristo con il culto ufficiale dell'impero.
Svetonio racconta:
Nel vestibolo sorgeva una immensa statua di Nerone alta centoventi piedi, che i portici, a tre Ordini di colonne, avevano una lunghezza di mille passi; e il palazzo racchiudeva uno stagno vasto come un lago, edifici che pareva formassero una grande città, con prati, campi, vigne, pascoli, boschetti popolati di armenti e di fiere. L'interno era tutto dorato, con lavori in gemme e madreperla. Il soffitto della sale da pranzo era circolare ed aveva una cupola girevole che come in cielo avvicendava il giorno e la notte. C'erano anche serbatoi di acqua albana e di acqua marina.
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